SE CI SEI NON HO PAURA (M. VITULLI)

il
16 febbraio 2019
Cari Lettori, sono qui per parlarvi del romanzo di Miriana Vitulli, una giovane autrice campana che se vi fidate, sarete felici di conoscere. Questa è la prima recensione che scrivo per il blog e so bene che l'entusiasmo del debutto potrebbe farvi dubitare della mia obiettività. L'ho temuto anche io, ma in questo caso tergiversare è inutile: “Se ci sei, non ho paura” ha preso le mie certezze e come carte in tavola le ha mischiate a suo piacimento. Non sono più la stessa persona che ha letto la prima pagina del libro.
Sono cambiata un po' e in meglio. Questa storia ha sciolto tanti nodi del filo che lega il passato alla mia coscienza. Insomma, mi ha aiutata a liberarmi di alcuni di quei grovigli che chiamiamo sensi di colpa e lo ha fatto con una delicatezza davanti alla quale è impossibile cercare di opporre resistenza. Dovrete cedere anche voi.
Seguitemi e scoprirete meglio la mia opinione.

SE CI SEI NON HO PAURA
MIRIANA VITULLI
Data pubblicazione: 11/01/2019 Editore: Dark Zone Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: music romance
Trama: Per Judy, capelli rossi, occhi spenti e un dramma da cui fuggire, la vita non è più la stessa e scappare nel freddo dell'Alaska sembra l'unico modo per ritrovare la pace. Il passato la tormenta, i continui flashback le ricordano che il dolore è duro a morire e che da sola non arriverebbe lontano. Blake ha una chitarra, un plettro e uno spartito su cui lavora ogni giorno. Suona per scappare dal mondo, per scordarsi delle cicatrici, per raggiungere luoghi sicuri. La musica è il nodo che lega e unisce indissolubilmente i due ragazzi; l'attrazione cresce giorno dopo giorno, ma l'ombra del passato sembra non lasciare tregua. Così Judy si trova a metà tra ciò che crede giusto e ciò che vorrebbe, in bilico tra il dolore e la voglia di rinascere. È giusto restare intrappolati nei ricordi e continuare a soffrire o è possibile tornare ad amare senza riserva, senza paura?
Judy ha diciassette anni e la sfortuna di avere già un passato segnato da un dolore acuto e profondo. Uno di quelli che ti colpisce dritto dentro al petto, facendoti credere che da un momento all'altro il tuo cuore potrebbe smettere di battere. E il dolore aumenta quando prova anche solamente a pensare di andare avanti. Così cerca di sprofondare nel baratro che separa il passato dal futuro. Per lei vivere nel presente significa rotolare lungo la parete di un burrone che sembra non avere mai fine. Ma Judy tenta l'inimmaginabile per arrivare a toccare il fondo. A quel punto i suoi genitori la affidano ai suoi nonni, lontano dalla sua casa con i muri tappezzati di ricordi. Ecco perché arriva in Alaska.
“E se desiderare un miracolo non bastasse?”
“Si combatte, bambina mia”
Lì, mettendo il naso fuori dalla giacca a vento, incontra Andrea e sua cugina Kim, i vicini di casa di nonna Rose e nonno Jason. Sono suoi coetanei e la loro amicizia nascerà sul bus che porta tutti e quattro a scuola. Sì, quattro: all'appello manca Jimmy, il bruto dal cuore tenero che cerca di fare il possibile per tenersi alla larga da Kim e dalla sua esuberanza. Tra le aule del liceo, i tavoli del pub e i frullati del venerdì sera, Judy ritrova quasi per caso una vecchia amicizia: la musica. In quei mesi aveva finito col dimenticarsi dell'unica cosa che avrebbe potuto farla sentire di nuovo viva. Ma la musica torna di prepotenza nella sua vita. Ed è Blake, con la sua chitarra, a suonarla per lei.
In sottofondo partì Bohemian Rhapsody. Blake cominciò a battere il piede a ritmo. Judy si accorse di star facendo la stessa cosa. Si guardarono. Sorrisero. Smisero contemporaneamente.
Judy è attratta fin da subito da Blake, ma l'aspetto del ragazzo non gioca in suo favore; la riporta nel passato e le fa sentire il peso del senso di colpa. Judy non può, Judy non deve.
Oltre al bell'aspetto, però, Blake ha un animo dolce e gentile. Non fa domande, ma sa starle vicino ed è lì che Judy corre a rifugiarsi: tra le sue braccia. Lì trova una speranza e lo fa mentre canta per lui.
Ma quando è sul punto di credere che per lei esista un'ancora di salvezza, Judy capisce di dover essere la prima a gettarne una in aiuto di chi ama.
L'amore non va preso in giro. L'amore si vive, si suda, si combatte, si trascina, si salva. L'amore salva
Non fermatevi al dettaglio, cercate di andare oltre: passate al quadro generale. Per farlo avrete bisogno di tutti i pezzi di questa storia. Judy è lì che tenta di rimetterli insieme pagina dopo pagina e vi ritroverete a farlo insieme a lei.
Ogni tanto vi sembrerà che stia parlando con voi: la storia è raccontata da un narratore esterno, ma delle brevi sequenze in corsivo vi sveleranno ciò che Judy pensa in quel momento.
Ci sono dei flashback anche se forse all'inizio farete un po' fatica a distinguere il passato dal presente, ma il metodo scelto dalla Vitulli vi sembrerà efficace nel corso della lettura
.
Il suo stile, invece, lo apprezzerete fin da subito. Miriana descrive le scene in ogni particolare, ma i periodi sono brevi e facili da leggere. Insomma, il ritmo c'è. E sarà un piacere permettergli di scandire le vostre ore di lettura.
Ma all'inizio di questo romanzo dovrete essere bravi a non commettere un errore. So che il romance ci ha abituati ad affezionarci al primo nome maschile che troviamo lungo il capitolo, ma non fatelo, non permettete a delle stupide consuetudini di ostacolarvi come farebbe una mucca nel bel mezzo di una strada sterrata. Vi ho appena detto che ci sarà una mucca, cercate di giocare d'anticipo.
Leggete e arrivate a conoscere ognuno dei personaggi creati dalla Vitulli. In tasca nascondono quei pezzi che Judy sta cercando di incollare tra loro per dare forma a qualcosa di nuovo in cui credere. Non commettete l'errore di perderne anche solo uno, perché questa storia ve lo ricorderà: è difficile colmare il vuoto lasciato da una perdita. E quello che Judy – insieme a voi – imparerà a fare non sarà accettarla, né tantomeno superarla. Tenterà solamente di sopravviverle.
[Copia arc digitale ricevuta dall'editore]
 
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