ANIME OLTRE LE SOGLIE DEL TEMPO (R. MONTEFORTE)

il
19 gennaio 2019
Bentrovati lettori! Oggi vi parlo di “Anime oltre le soglie del tempo”, un testo la cui trama mi ha incuriosita molto quando la casa editrice ha inviato la scheda di presentazione, perciò non ho potuto non leggero. Avrà soddisfatto le aspettative?

ANIME OLTRE LE SOGLIE DEL TEMPO
RUTH MONTEFORTE
Data pubblicazione: 20/11/2018 Editore: Nuova Santelli Editori Serie: standalone Finale: Autoconclusivo 
Trama: Alyssa, una giovane scrittrice è orfana di entrambi i genitori e vive serenamente sola nell’odierna New York. Soffre però di claustrofobia. Decide perciò di rivolgersi ad un terapista che pratica ipnosi regressiva. In poche sedute vede alcune delle sue vite precedenti e, quasi senza accorgersene, instaura un legame di fiducia con il terapista. Un incontro inaspettato la porterà a riscoprire una vecchia conoscenza. Intanto, le esperienze di regressione le fanno scoprire che l’anima di questa persona è tutt’altro che nuova nella sua vita. Le esperienze sembrano voler rivelare qualcosa alla giovane Alyssa, finché un elemento in particolare le schiarirà le idee all’improvviso, portandola a vivere finalmente la vita che la stava aspettando da tempo.
La protagonista di questo romanzo, Alyssa, soffre di claustrofobia, per questo una delle sue amiche la indirizza verso il Dr Steinman, Doc per i suoi pazienti.
La terapia consigliata consisterà nell’ipnosi regressiva, secondo la quale, Alyssa, viaggiando nelle sue vite precedenti, riuscirà a comprendere le origini del suo disturbo.
Il testo si apre proprio con una scena delle vite passate di Alyssa, per proseguire poi nell’epoca contemporanea.
È sicuramente una storia ricchissima di personaggi. Le amiche di Alyssa, due psicoterapeute, uomini, una sorella, i nipoti e il cognato, il tutto in sole 184 pagine.
Mi rendo perfettamente conto di quanto lavoro ci sia dietro la stesura di un libro, ma questo non vuol dire che lo si debba lodare per forza.  Sarò sincera, come sempre, non solo non mi ha appassionata, ma il linguaggio elementare, la confusione nell’uso dei tempi di narrazione, l’eccessivo numero di personaggi non permettono di gustarsi la lettura al meglio.
Appena si chiusero le porte metalliche, però, la mia attenzione alla conversazione andò scemando, nel frattempo Jane disse:
“Che bello! Non vedo l’ora, quando guardo i palloncini della parata di Macy’s mi sembra di ritornare bambina!”
Marie rispose:
“È bello goderselo da una finestra di un palazzo, dall’alto, senza bambini urlanti nelle orecchie e gente che ti spinge per vedere meglio!”
Serenity si voltò verso di me domandando:
“E tu Alyssa?”
La citazione appena riportata è forse mette in luce il modo in cui si presenta il testo. Ed è così dall’inizio alla fine.
Ribadiso che la trama mi ha incuriosita e la story line di per sé non è male, ma il modo in cui è stata sviluppata l’ha distrutta.
Mentre noi restavamo in cucina con Patricia, Frank andò ad aprire la porta. Riconobbi la voce di Doc che salutava affabile. Quando le pietanze erano pronte raggiungemmo gli uomini nel salone. Frank fece le presentazioni. Doc era visibilmente sorpreso di vedermi e notai con piacere che nemmeno lui era a conoscenza della mia presenza a cena.
Alyssa ha trentacinque anni, ma si comporta come una ragazzina di venti neanche troppo matura. Non sono una moralista, lo si capisce bene dai testi che scelgo di recensire, ma è fondamentale che ogni personaggio abbia un motivo per entrare in scena, o è inutile. Ora, ci sta che la protagonista sia una calamita per gli uomini, ma se non aggiungono nulla alla sua crescita come personaggio e non sono fondamentali allo svolgimento della trama, diventano superflui. Non ha senso la loro comparsa.
La musica, come la fotografia, ha il potere di fissare momenti particolari nella memoria, infatti appena le note riempirono l’aria, mi accorsi che era la stessa musica che aveva scelto Marshal la sera prima della festa del Ringraziamento.
Altro problema riscontrato è che anche i personaggi utili alla storia, come le amiche di Alyssa, vengono descritte fisicamente, ma delle loro peculiarità caratteriali si comprende davvero poco e niente. Aggiungete uno stile di scrittura davvero elementare, come se si stesse raccontando una favola, e capirete bene le mie perplessità.
Che Doc sia il protagonista maschile si capisce praticamente verso la fine. Marshal, il suo antagonista, la fa da padrone, ma anche lui risulta una “figurina” nel senso che è ben descritto fisicamente, si capisce che è “prestante”, ma in quanto ad approfondimenti psicologici o caratteriali, anche con lui brancoliamo nel buio.
Ho apprezzato il modo in cui Alyssa riesce a posizionare tutti i tasselli raccolti nelle sue vite precedenti e l’epilogo. Per il resto, invece mi spiace ma non mi sento neanche di valutare il testo che va, a mio parere, assolutamente revisionato prima di essere giudicato.
[Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]

Scrivi il primo commento!
Posta un commento