[RECENSIONE DOPPIA] UN REGALO SOTTO LA NEVE (K.SWAN)

il
15 dicembre 2018
Buon sabato, oggi Michela e Miry ci parlano di un romanzo uscito alcune settimane fa, "Un regalo sotto la neve", il contemporary romance di Karen Swan edito da Newton Compton Editori.
Per quanto sia piaciuto a entrambe, Miry non è rimasta proprio entusiasta rispetto a Michela, ma continuate a leggere questo post per capirne di più :)

UN REGALO SOTTO LA NEVE
KAREN SWAN
Data pubblicazione: 08/11/2018 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: The Christmas Secret Serie: standalone Finale: Autoconclusivo Genere: contemporary romance
Trama: Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia sempre una grande donna. In effetti dietro tutti i personaggi più in vista di Londra c’è lei: Alex Hyde, consulente per il business delle eccellenze. È lei la donna a cui gli uomini più potenti della City si rivolgono quando hanno bisogno di una strategia per affrontare i momenti di stress. Quando le viene offerta una somma incredibile per rimettere in carreggiata il rampollo della famiglia proprietaria di una grande compagnia di whisky scozzese, Alex accetta senza esitazioni: è lavoro, potrebbe farlo anche a occhi chiusi. E invece… Nessuno degli uomini che ha affiancato è minimamente paragonabile a Lochlan Farquhar. L’erede delle distillerie Kentallen, infatti, non è abituato a sentirsi dire no. È un ribelle, e Alex deve trovare il modo di entrare nella sua testa, se non vuole che metta l’impresa di famiglia in ginocchio. Ma più si impegna per evitare il disastro, e più si rende conto che, per la prima volta nella sua vita, non è lei ad avere il controllo sulla situazione. E non è sicura che le dispiaccia.
Buongiorno, ho letto recentemente, grazie a Newton Compton che ne ha fornito copia al blog, l’ultimo romanzo di Karen Swan, molto conosciuta nel panorama europeo e da me sempre apprezzata.
Siamo su un’isola sperduta della Scozia occidentale in un piccolo villaggio dove tutti si conoscono da generazioni e, soprattutto, dove la locale fabbrica di whiskey sembra dettare i ritmi della vita semplice e ritirata degli isolani. Decisamente ben lontani dalla frenesia mondana della protagonista.
Alex è una psicoterapeuta, una giovane donna in carriera, con una clientela selezionatissima ed esclusiva in ogni angolo del mondo.
Il suo ufficio e la sua casa sono a Londra, ma il lavoro la conduce ovunque. È abituata ad avere tutto sotto controllo, dall’abbigliamento agli appunti che riguardano i clienti, grazie anche alla fidata segretaria. Non ha amici né famiglia, il suo modo di essere è di mera facciata costruita appositamente per conquistare, flirtare, sedurre o condurre gli avventori all’obiettivo prefissato.
Accetto solo pochi clienti all’anno. Preferisco lavorare in modo assiduo con poca gente selezionata. Ritengo che quelli che hanno bisogno di me abbiano i mezzi per trovarmi.
Lochlan, il protagonista maschile della storia è l’amministratore delegato dell’azienda produttrice di whiskey. È un uomo all’apparenza volgare, distruttivo e autodistruttivo, quando Alex lo incontra - su suggerimento dei cugini di lui preoccupati per alcuni strani comportamenti - si rende conto, immediatamente, che ogni sua strategia è destinata a fallire miseramente.
Lui la riteneva un’incompetente, una specie di psicologa hippy che predicava amore e gentilezza sul luogo di lavoro. Lei era l’archetipo del lupo vestito da agnello.
Il romanzo segue i ritmi della produzione industriale del liquore e delle feste natalizie in avvicinamento, che coinvolgono il personale e le amicizie più significative a cui Alex, suo malgrado, si trova costretta a partecipare.
«Lochlan, sappiamo entrambi che mi hai invitata solo perché volevi rimettermi al mio posto. Volevi dimostrarmi quello che eri già in grado di fare e che io non sapevo fare.»
L’autrice inserisce nella narrazione dei flashback che risalgono al 1917, quando sull’isola i giovani erano impegnati in guerra e una nave, carica di soldati americani fu stata silurata dai tedeschi, portando scompiglio, morte ma anche bisogno e desiderio di aiutare queste giovani vite che, nella maggior parte dei casi, in Europa, ha trovato la morte.
Solo sul finire del romanzo comprenderemo la portata delle scelte fatte per amore in quel periodo e quello che ne consegue per i nostri protagonisti.
Alex e Lochlan sono agli antipodi, lei è pagata per raggiungere uno scopo decisamente poco nobile e lui si rivelerà decisamente diverso da quello che si pensava; insomma una trama molto lunga, decisamente ricca di colpi di scena, che merita di essere letta, come del resto vale per ogni romanzo di questa autrice.
Tutti mormorarono il proprio assenso, vuotando i bicchieri e lisciandosi i vestiti con le mani. Alex rivolse lo sguardo su Lochlan e scoprì, sorpresa, che lui la stava già guardando. Gli scoccò un altro sorriso dispiaciuto.
[Copia ARC digitale ricevuta dall'editore] 


Buongiorno cari lettori! Oggi anche io vi parlo di "Un regalo sotto la neve", una storia ambientata nell'isola di Islay, in Scozia, la capitale mondiale della produzione di whiskey! La storia è ambientata proprio in una distilleria del liquore ambrato, la "Kentallen Distillery Group", che l'autrice ci presenta come "la più grande azienda di whiskey single malt della Scozia, e dunque del mondo". La protagonista di questo racconto al gusto di liquore è Alex Hyde, una leadership consultant.
Alex è la migliore leadership consultant in circolazione e il capo della Kentallen non vuole nessuno all'infuori della migliore: infatti, deve fare i conti con l'ottuso amministratore delegato della compagnia, mister Lochlan Farquhar, che va assolutamente messo in riga perché rappresenta un rischio per l'intero gruppo.
Dopo aver lanciato un computer fuori dalla finestra, dopo aver preso a pugni il suo direttore finanziario, dopo aver fatto saltare uno degli affari più importanti dell'azienda, Lochlan dovrà quindi vedersela con la psicologa gestionale. Ma sarà tutto come sembra? Lochlan sarà davvero quello che da a intendere? E la vicinanza dei due, non avrà nessuna conseguenza sul loro rapporto lavorativo?
Prima di entrare nel vivo della recensione, vorrei fare una breve premessa. Dunque… la mia opinione non è in linea al 100% con quella di Michi e vi spiego perché.
Faccio parte di quella categoria di lettori che dà grande importanza alla prima parte di un libro. Devo ammettere dunque che, se questa lettura non fosse stata per il blog, ma una mia lettura personale, avrei probabilmente abbandonato il libro dopo le prime cento pagine e vi spiego subito il perché.
Il corteo si muoveva attraverso il paese, il tramestio degli stivali sull'acciottolato era l'unico suono oltre al dolente lamento delle cornamuse. I sopravvissuti procedevano in testa, quelli che potevano...
Anche se scritto impeccabilmente (e tradotto egregiamente in italiano), per la prima metà è risultato lento, al limite del noioso.
Quando Alex si sposta da Londra per Islay, l'isola dove è ambientata la storia, ci aspetteremmo che dia la prova di essere la superlativa professionista che è: la miglior consulente attitudinale, business coach e via discorrendo. Purtroppo, manca totalmente di carisma e sembra né più né meno che una turista sperduta, senza alcuna delle qualifiche vantate. Il mio sospetto è che questo sia dovuto al fatto che l'autrice abbia fatto il passo più lungo della gamba, scrivendo di cose di cui non sa, e non avendo quindi granché da dirci da quel punto di vista (ma è una mia supposizione).
Il libro è scritto in terza persona seguendo i movimenti di Alex, una scelta ulteriormente azzardata proprio perché agli occhi del lettore risulta evidente che gli elementi posseduti dall'autrice riguardo la consulenza attitudinale non sono molti.
Questa mancanza avrebbe, a mio parere, potuto essere "camuffata" usando l'espediente della prima persona perché, purtroppo, l'uso della terza persona è una scrittura molto rivelatrice di eventuali lacune!
Ci troviamo dunque a leggere di Alex che gira e rigira attraverso la distilleria, evitata e allontanata dal suo cliente, Lochlan. I due a malapena si incrociano, mentre l'autrice ci porta anche a un secolo precedente, intercalando - in un modo che risulta estremamente confuso - una storia passata che, sì, alla fine si collegherà alla storia in corso, ma che invece di tenerci sulle spine crea solo confusione. La prima parte del libro, oltre a mancare di vivacità (i dialoghi non sono un chissà cosa!) e oltre a farci leggere lunghi paragrafi senz'anima sulla produzione di whiskey e i problemi della distilleria, è anche rivestita di molte tinte cupe.
Dopo le fiamme venne la neve, trasformando il tetro, spoglio e tempestoso paesaggio in un immacolato scenario da cartolina; le pecore si raccoglievano a frotte contro i muretti sgretolati  e il cielo, lattiginoso e opaco, non offrì un solo scorcio di sole né di luna per giorni.
Per fortuna, nella seconda parte inizia il romance vero e proprio, e la storia si anima, regalandoci simpatici personaggi secondari (gli amici di sempre di Lochlan) e - finalmente! - qualche momento a due tra i protagonisti! Inoltre, verso la fine, tutti gli elementi del secolo passato si riallacciano al presente, dando un senso a quei paragrafi ambientati nel 1917/1918 che forse avremmo fatto a meno di leggere.
È stata la seconda parte del libro a far valere questa lettura, ma non si dimentica la noia della prima metà (da cui derivano le tre stelline e mezza invece di quattro) e tutto sommato questo libro, che avrebbe potuto essere una bella storia nell’affascinante inverno di un'isola scozzese ricoperta di neve, risulta essere invece solo una narrazione "caruccia", con due protagonisti facilmente dimenticabili.
Certo, Lochlan - o Lochie - è un uomo di carattere e Alex è una donna determinata: i due sono compatibili e si avverte la proverbiale chimica, ma interagiscono solo ben al di là della metà del libro, non permettendo alla loro storia di godere di particolare respiro.
Una grande colpa ha avuto in tutto ciò, secondo me, la scelta dell'autrice di mettere in scena non uno ma ben due argomenti, di cui lei stessa ammette di non conoscere assolutamente nulla in prima persona: per scrivere il libro, ha dovuto farsene una sommaria idea leggendo un trattato sulla produzione di whiskey e farsi aiutare da due amici esperti in consulenza gestionale. Sono sicura che, se avesse scelto argomenti meno ostici, e avesse situato i due protagonisti.
In situazioni da lei padroneggiate meglio, avremmo avuto un romanzo d'amore più godibile, più sostanzioso.
Non è, in effetti, tanto la consulenza gestionale in se stessa a tenere lontani i due protagonisti, quanto la mancanza di elementi a portata dell'autrice per farli interagire in quell'ambito.
Oltre agli amici di Lochie, nel libro conosciamo la coppia di anziani che gestisce il B&B dove Alex soggiorna: la simpatica Mrs Peggie e il suo coniuge (che lei chiama affettuosamente "Mr. P."!). Inoltre, c'è Skye, l’ex ragazza di Lochlan. Dei protagonisti secondari ho apprezzato molto il fatto che alla fine tutti quanti abbiano avuto un ruolo importante nello svolgersi della vicenda.
Skye che potrebbe - o non potrebbe - essere la chiave e l'elemento necessario per riaprire il cuore di lui. Quanto a "Mr. P.", è in possesso di alcune scatole che si riveleranno preziose!
Ma la mia protagonista secondaria preferita è certamente Louise, che è anche colei che apre la prima pagina del libro: Louise è la segretaria tuttofare di Alex, una donna che fa veri propri miracoli ed è tanto efficiente, quanto sfortunata!
Potete stare sicuri che se passa due minuti in ufficio per recuperare una cosa dimenticata, verrà sempre beccata da qualche telefonata importantissima :D
Concludendo vorrei dire che, tutto sommato, è stato bello immergersi per un po' in quel clima dominato dall'assaggio e sorseggio di whiskey: una situazione che fa sicuramente venire voglia di versarsi un bicchierino, così, tanto per fare compagnia ai protagonisti! :)
[Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]

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