LACRIME DI COLLISIONE (B.CIPRIANO)

il
27 novembre 2018
S’intitola “Lacrime di Collisione” ed è il primo romanzo pubblicato dalla dolce Benedetta Cipriano, autrice che ho scoperto solo recentemente, in estate, quando ho letto il suo “Tutti i tuoi respiri” (Qui il mio pensiero su quel romanzo).
Tra pochi giorni, il 10 dicembre, conosceremo finalmente un’altra delle sue storie, ma nel weekend del ponte del primo novembre, ho deciso di leggere anche la sua prima pubblicazione. Lacrime di collisione, per l’appunto.

LACRIME DI COLLISIONE
BENEDETTA CIPRIANO
Data pubblicazione: 9 aprile 2016 Editore: Self publishing Serie: Standalone Genere: Contemporary romance
Trama: Probabilmente, se vissuta insieme, la vita può fare meno paura… Hope combatte ogni giorno contro uno stranissimo disturbo ossessivo-compulsivo, nel tentativo di mettere a tacere il dolore causato dalle delusioni passate. Nate è un ex marine, ora istruttore di krav maga, con un ricordo ingombrante che logora la sua anima di giorno in giorno. Eppure quando si incrociano per la prima volta, all’interno di un supermercato deserto, non possono più tornare indietro: Hope, in preda a un attacco di panico, viene soccorsa da un Nate apparso dal nulla. Da allora, occhi negli occhi, non riescono più a fare a meno l’uno dell’altro. Possono due anime perdute ricominciare a lottare insieme? Forse, anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre speranza e possibilità di scelta?
Questa è la storia di Nate ed Hope. Lui ex marine diventato proprietario di una palestra specializzata nel Krav Maga; lei è la figlia del noto avvocato Marshall di New York. Soffre di una forma post-traumatica per un tentativo di violenza da parte dell’ex fidanzato; un disturbo che l’ha portata a isolarsi sempre più dalla normalità: ha lasciato gli studi (con somma delusione del padre e che per questo ha quasi drasticamente interrotto  i rapporti con la ragazza) e l’ha fatta precipitare nella spirale dell’anoressia e degli attacchi di panico.
Nate in guerra ha perso il migliore amico e il senso di colpa lo logora, spegnendolo.
Nella mia mente si affollano parole e numeri, nel mio stomaco si apre un buco nero, sempre pronto a dilatarsi, i polmoni si comprimono, inspiro sperando di riuscire a inglobare più aria possibile.
S’incontrano in un momento in cui il dolore tocca un nuovo apice. Gli occhi dell’uno si rispecchiano in quelli feriti dell’altra, e viceversa.
Sapranno accettare il passato, reagendo ad esso, ritrovando se stessi nell’altra persona? Due anime plasmate dalle sofferenze. Ferite diverse, con effetti collaterali simili e lacrime uguali, che collidono.
Avendo letto “Tutti i tuoi respiri” come primo romanzo di benedetta, e tornare poi indietro e leggere l’esordio di questa incredibile autrice, mi sono trovata in bilico, con un piacere dolce e amaro. Mi spiego (almeno di provo):  ho ritrovato in queste pagine la delicatezza e lo stile dell’autrice, il suo modo di scrivere in modo quasi poetico, il modo in cui racconta ed esprime le emozioni, facendo entrare in contatto personaggi e lettore… ma non sono rimasta intrappolata nelle pagine com’era accaduto per “Tutti i tuoi respiri”. In “Lacrime di collisione” ci sono tutti gli elementi che sono impronta dell’autrice, ma non è così evidente, d’impatto, come in quel romanzo.
Mi hai chiesto di raccogliere i pezzi del tuo cuore, io non sono sicuro di esserci riuscito, ma avrei continuato a baciarti all’infinito consegnandoti almeno un frammento del mio amore.
I personaggi sono ben caratterizzati; Hope, con un nome tanto chiaro (Speranza) da non richiedere chissà quali approfondimenti. Hope è speranza e di speranza vive mentre si trova in quel limbo di depressione.
Come il sentimento, l’auspicio che corre lungo tutta la trama.
Un carattere, il suo, forte nel profondo ma lesionato da uno shock sentimentale che le fa mettere tutto in discussione. Vent’anni che sembrano molti, molti di più per questa ragazza prigioniera della paura.
Uno stato psicologico aggravato dalla mancanza dell’adorato papà che l’ha allontanata bruscamente per le scelte e i segreti che lei ha mantenuto.
Determinata a reagire, ha deciso di partire dall’autodifesa, ed è per  questo che decide d’iscriversi a un corso di krav maga. È in quelle mura che rivede lui e i suoi occhi, simili ai suoi occhi di dolore e sofferenza.
L’incontro con Nate porta però anche nuova consapevolezza: di lui non ha paura, da lui desidera essere toccata, per lui prova attrazione. In lui è incastrata, è come un balsamo per il suo cuore.
Ed è così che s’innamorano e curano se stessi: l’amore e non solo il dolore, li lega.
«Non me ne vado, Hope. Giuro. Starò qui fuori fin quando non deciderai di aprire la porta. Posso rinunciare a vederti in questo momento, ma non posso rinunciare ad averti. Sto qui, io sarò sempre qui per te.»
Di Nate conosciamo ben poco; Nato e cresciuto a Boston, è un ex servitore della sua patria. Bellissimo ventottenne determinato a star accanto a quella ragazza, Hope,  tanto fragile da farlo impazzire d’amore.

Per quanto sia un romanzo che consiglio di leggere, non è al livello di quelli successivi. Lo stile di Benedetta c’è, ma forse in questo romanzo si nota un pizzico di acerbo. Alcuni aspetti erano da gestire decisamente meglio; ad esempio, sarebbe stato più opportuno approfondire di più Nate e la sua storia.
Angélique è una figura che in un certo senso parrebbe inserita in modo casuale, seppur il rapporto del protagonista con questa donna, è facilmente intuibile. Sicuramente poteva essere più spiegato, più approfondito.
Allo stesso modo non mi è piaciuto come la figura dell’avvocato Marshall è stata inserita nella seconda parte della trama e la reazione remissiva di Nate, contro quella egoista di Hope; sì, viene tutto giustificato, ma umanamente la scelta della protagonista non l’ho trovata giusta.
Ho imparato che la sofferenza invece ti tradisce.
Un attimo prima dici di amare e quello dopo  ti dilegui allo streguo di una ladra? No, mi spiace, per me non è giustificabile.  Per me è troppo inverosimile il ritorno di Hope a New York, abbandonando chi invece per lei c’è sempre stato nel momento più buio. Altrettanto non ho ben accettato il senso di rassegnazione, comprensione e poi perdono e giustificazione da parte di Nate. Di Hope sembra solo lo strumento che serve a rimettere insieme i pezzi quando lei è distrutta, ma senza che lei lo faccia per lui in concreto.
La scelta di tenere la storia focalizzata su Hope, dove la seconda parte – soprattutto – è Hopecentrica, non mi ha convinta granchè. Insomma… la codardia di questa ragazza nel lasciare la città e il suo sparire nel nulla per 24 mesi è stato un po’ surreale. Umanamente è davvero un colpo basso , imperdonabile.
Avrei preferito più linearità, uno sviluppo dei fatti più particolareggiato e verosimile, e uno spazio sicuramente più ampio per Nate, di cui – a conti fatti – sappiamo davvero troppo poco.
Ogni pugno è un colpo di pistola, una coltellata, una detonazione.
Ogni pugno ha la forza di una bomba.
Ogni pugno stanotte uccide il nemico, senza pietà.
Apprezzabile e gradito però è stato il modo in cui la passione prende i due protagonisti. Un trasporto delicato ma travolgente, così com’è altrettanto d’impatto il modo in cui l’autrice ha reso partecipi i lettori del dolore, che coinvolgono l’uno o l’altra protagonista.
Gli attacchi di panico, un qualcosa che – per chi li vive - è ogni volta uguale e diverso dall’episodio precedente, un evento ripetibile in grado di condizionare la quotidianità, Benedetta l’ha raccontato davvero molto, molto bene.
Viviamo guerre interiori ogni giorno e non c’è istante in cui non perdiamo qualcosa, una parte di noi, ma poi la ritroviamo nuovamente.
La vita è un continuo lutto, è un lottare per vincere, ritrovarsi e poi correre di nuovo, sperando di poter recuperare la parte smarrita del nostro essere.
Seppur il mio non sia un voto certo alto, sono felice di aver notato la crescita, che da questo romanzo, l’autrice ha compiuto nel tempo.
 
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