LA NOSTALGIA DI UNA RONDINE ESILIATA (R.SCHAMI)

il
6 novembre 2018
Ciao amici del blog, oggi vi parlo del romanzo "La nostalgia di una rondine esiliata" di Rafik Shami. Il libro, disponibile da fine settembre è edito da Garzanti.
Ecco le mie impressioni.

LA NOSTALGIA DI UNA RONDINE ESILIATA
RAFIK SCHAMI
Data pubblicazione: 20/09/2018 Editore: Garzanti Titolo Originale: Sophia oder Der Anfang aller Geschichten Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: Narrativa contemporanea
Trama: La forza dell’amore non si esaurisce mai. Damasco, 2006. È notte e, per le strade, non c’è nessun rumore. Karim è solo. Da tanto tempo si è buttato il passato alle spalle. Perché Karim non ha più nulla da chiedere al futuro: desideri e aspettative sono chiusi per sempre in un cassetto. Fino a quando non incontra Aida. Con la sua passione per le moto, con il suo aspetto da ragazzina – anche se ormai non lo è più –, lo affascina e lo terrorizza allo stesso tempo. È come una ventata di aria fresca che invade una stanza con le persiane chiuse da tempo, in cui nemmeno un raggio di sole riusciva più a filtrare. I due iniziano a frequentarsi e Karim sente crescere dentro di sé una sensazione che credeva sopita per sempre, lo scalpitare di una vita che ha ancora fame di conoscere e di sperimentare. Ma i lacci che lo tengono avvinto al passato non si sono spezzati del tutto: una donna, che ha conosciuto e amato in un tempo lontano, chiede il suo aiuto perché il figlio è accusato di omicidio. Un’accusa fatta di bugie e falsità, che Karim ha a sua volta sperimentato quando era giovane. La vita, ora, gli scorre davanti agli occhi, in un susseguirsi di gioie e dolori. Karim ricorda l’infanzia in una famiglia che ha ostacolato la sua carriera di musicista. Ricorda la comunità religiosa in cui è cresciuto e che non lo ha mai accolto. Aiutare questo ragazzo vorrebbe dire tornare indietro, riaprire vecchie ferite, riannodare amicizie perdute. Ma anche allontanarsi da Aida e mettere a rischio una relazione fragile come un germoglio appena sbocciato. Karim ha davanti una scelta tra le ragioni del cuore e quelle della coscienza. Tra la forza della verità e quella dell’amore.
Romanzo che a prima vista potrebbe sembrare un romance ma che invece vuole puntare tutto sulla psicologia e l’animo dei personaggi.
Grazie infatti alle descrizioni molto particolareggiate relative ai pensieri dei protagonisti, possiamo vivere in prima persona la sofferenza, la rabbia, la delusione e la speranza legate si temi affrontati.
Il romanzo infatti tratta la diversità, l’ingiustizia, le accuse gratuite supportate da bugie e tradimenti, ma anche la speranza derivata da chi crede in te.
Temi molto forti e importanti che purtroppo non riguardano solo una città come Damasco.
Un giorno gli abitanti del vicolo del Gelsomino vennero sconvolti come mai era accaduto prima. Per la prima volta Karim sentì quelle persone pavide imprecare contro il governo e i servizi segreti. Si trattava dei vicini Lufti e Farida: erano stati torturati per tre giorni dai servizi e poi rispediti a casa. Erano persone pacifiche, sempre pronte ad aiutare il prossimo, molto amate nel vicolo. Entrambi infermieri, lavoravano nello stesso ospedale; regalavano sempre medicinali ai vicini indigenti. Erano sulla quarantina, e avevano un figlio di dieci anni, un bambino intelligente. le loro speranze erano tutte riposte in quel ragazzino pallido, che era sempre il primo della classe. Si chiamava Nagi, che vuol dire «il sopravvivente». Era la gioia dei suoi genitori, perché era nato sano dopo che Farida aveva avuto diversi aborti spontanei.
Che cosa era successo? La ragione non era un pretesto, come lo spionaggio per Israele o per la CIA. No, la storia che raccontarono aveva ancor più dell’incredibile.
La maestra di Nagi aveva chiesto ai suoi allievi cosa volessero fare da grandi. Un bambino voleva diventare medico, un altro architetto, un altro ancora voleva fare il poliziotto per uccidere ladri e criminali. Nagi disse: «Io voglio diventare presidente».
Un romanzo che vuole essere anche una denuncia pubblica di una società chiusa, che si permette di sottomettere, anche tramite torture e dolore, una popolazione solo perché ne ha il potere.
Un romanzo che sa colpire al cuore, facendo star male il lettore che, pagina dopo pagina, entra in una realtà che spesso e volentieri non si vuole vedere o conoscere.
 [Copia arc digitale ricevuta dall'editore]
 
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