LA DONNA CHE SAPEVA AMARE (C. BERNARD)

il
30 novembre 2018
Ciao a tutti, sono qui oggi per parlarvi di La donna che sapeva amare, il romanzo di Caroline Bernard, uscito per Newton Compton nelle scorse settimane.
Il romanzo ci ha messo un po' a conquistarmi, tenendomi per un po' sulla soglia dell'insoddisfazione, per poi conquistarmi e farmi giungere alla fine con un paio di fazzoletti stropicciati di lacrime.
È stato con le dita tremolanti che, subito dopo aver letto le ultime righe, mi sono messa a cercare su Google le foto dei due protagonisti realmente esistiti (Gustav e Alma), uniti da un amore tormentato quanto inseparabile.

LA DONNA CHE SAPEVA AMARE
CAROLINE BERNARD
Data pubblicazione: 18/10/2018 Editore: Newton Compton Editori Titolo Originale: Die Muse Von Wien Serie: Standalone Finale: Autoconclusivo Genere: Romance biografico
Trama: Musa, artista, amante. Alma Schindler è la regina dei salotti di Vienna ed è considerata da tutti la donna più bella della città. Il suo magnetismo non lascia scampo: chi la conosce ne rimane stregato. Tra i suoi ammiratori ci sono famosi poeti, compositori e filosofi: quando Alma ha solo diciassette anni, il grande pittore Gustav Klimt si innamora perdutamente di lei. Lei stessa è un’abile pianista e sogna di vedere eseguiti i suoi pezzi a teatro. Ma quando diventa la musa e la sposa di Gustav Mahler, lui le chiede di rinunciare alle proprie ambizioni e diventare una moglie devota. Una scelta, quella tra l’amore e la musica, che si rivelerà la più difficile e sofferta della sua vita. Caroline Bernard fa rivivere una Vienna scintillante e bohémien, tra il lusso dell’alta società e le polverose mansarde degli artisti. Ci regala il ritratto spregiudicato e conturbante di una donna che ha saputo incarnare un’epoca di grande fermento culturale, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Alma è una giovane donna di grande bellezza, ma anche molto volubile. Ha un carattere forte e coltiva un unico grande sogno: la musica. Suonarla, comporla, farne la sua vita.
Il pianoforte è allo stesso tempo suo confidente e consolatore, ed è al piano che Alma ritrova la calma dopo ogni tempesta.
Corteggiata da molti uomini, ne conoscerà alcuni (come piace a lei, ovvero non per forza di bell'aspetto, ma imprescindibilmente dei geni) prima di imbattersi nell'amore della sua vita: Gustav Mahler.
Alma era al settimo cielo. In Gustav aveva finalmente trovato unite le sue due grandi passioni della vita: l'amore e la musica.
Purtroppo per lei, Gustav è un uomo vecchio stile e sostiene che in una coppia debba sopravvivere la musica di uno soltanto, e per ovvie ragioni quella musica sarà la sua. In cambio, Gustav le promette di renderla felice, siamo d'altronde in un'epoca in cui essere una donna di successo equivale a uno scandalo; per amore Alma rinuncerà all'unico elemento che la rendeva davvero viva.
Avrà fatto bene? Avrà fatto male? Facciamocelo dire da lei stessa:
Mi avevi chiesto una promessa in quella lettera, e io l'ho mantenuta. Ma in cambio mi avevi promesso tu qualcosa. Volevi rendermi felice. Ti ho amato così tanto, ma anche un amore include sempre due persone.
Nello svolgersi della storia, che può essere considerata forse narrativa più che un romance, si possono notare i classici aspetti che caratterizzano le biografie.
Naturalmente non esiste nessun pathos, proprio perché la scrittrice si deve attenere alla vita di un essere umano realmente esistito. Inoltre, vi sono alcuni elementi che sì, fanno parte della vita dei protagonisti, ma nel romanzo sembrano elementi di troppo: ad esempio il fatto che ogni tanto i protagonisti si ammalino per poi riprendersi.
Dicevo all'inizio della recensione che il libro ci ha messo un po' a conquistarmi, tanto che per molte pagine ero sull’orlo delle tre stelle e mezza.
Non soltanto l'amore dei due protagonisti è molto difficile ma, come quasi tutti i libri biografici di quell'epoca, ci sono anche malattie incurabili e morti. Ed è un amore davvero difficile quello che li lega, seppur reale: difficile - per Alma, perché viene messa in secondo piano - e difficile per Gustav perché, suo malgrado, non può preferire sua moglie alla musica.
Le persone credevano che essere al fianco del genio Gustav Mahler significasse vivere una vita molto speciale, felice e piena di musica. Non ne vedevano il lato oscuro.
Gutav è un genio assoluto: capace di far vibrare la musica con note nuove, di dirigere un'orchestra da mille elementi come se nulla fosse ed è un lavoratore instancabile, che passa infinite ore chiuse nel suo studio. Ma come tutti i geni, sarà anche incompreso, e in aggiunta Gustav è ebreo di nascita quindi non gli vengono risparmiate le critiche antisemite dei giornali viennesi.
Come uomo e come marito però, si rivela un completo disastro, quasi un bambino in pratica: non può tornare da un viaggio senza aver dimenticato qualcosa, e si scorda in continuazione dei compleanni della moglie. E' tormentato dal genio interiore che gli fa sentire possibili accordi e note ovunque - anche nel bel mezzo di altre faccende - e ha manie tutte sue, abbastanza particolari (come rientrare a casa e spalancare tutte le porte per controllare le stanze). Ma è innamoratissimo della sua Alma, della quale ha bisogno per vivere, per comporre e, semplicemente, per esistere come uomo.
Lavoro il più velocemente possibile perché ti bramo, e allo stesso tempo posso lavorare solo se so che tu sei lì. Alma, non sono niente senza di te.
La lunga vita di Alma Mahler vedrà altri uomini dopo la morte precoce di Gustav, ma lui rimarrà per sempre il suo grande amore, e lei per sempre la sua vedova.

Purtroppo, l'edizione italiana del libro non è stata curata a dovere e tocca leggere nel libro, non solo i classici refusi, ma anche veri e propri errori: verbi coniugati male, addirittura parole mancanti, frasi confuse e una discutibile parsimonia per quanto riguarda i soggetti, con molti lui/lei volutamente omessi.
Alcuni esempi tra i tanti:? Eccoli.
-"Fece il baciamano ad Anna e poté vederne la pelle impura e giallastra, con le dita lunghe e le unghie trascurate." Naturalmente, starete pensando che la pelle impura e giallastra sia quella di Anna, perché così sembrerebbe; in realtà, manca un soggetto che non dovrebbe mancare. Chi è che vede chi, chi fa cosa verso qualcuno? Rileggendo la frase, analizzando meglio il periodo si capisce che è Alma a vedere la pelle giallastra dell'uomo che fa il baciamano ad Anna, sua madre.
La consecutio temporum è più volte errata nel corso delle pagine:
- "Perché lo ha fatto? Lo sapeva?" invece di "Perché lo aveva fatto?"
- "Sperava dal profondo del cuore che l'anno nuovo sarebbe migliore del precedente", invece di "sarebbe stato migliore".
Vi dicevo anche delle molte parole mancanti:
-    "Tra due settimane tutta la famiglia in Italia per qualche tempo"
-    "Per tu sei la donna più bella che c'è"
-    "Mio Dio, le stava succedendo?"

Insomma, ho scritto così tante note di correzioni che alla fine mi sono ritrovata a scrivere semplicemente su una frase: "ma porca miseria, ci risiamo!!!".

Tornando alla storia in sè, il lavoro dell’autrice è curato e fantasioso (immagino anche particolarmente laborioso!); riesce a renderci intime due grandi figure del secolo scorso e a coinvolgerci sia come semplice narrativa, che come romance. Trovo il titolo originale, "La Musa di Vienna", perfetto oltre che splendido: Alma Malher è stata infatti la musa di ben quattro eccelsi artisti viennesi, che al suo fianco hanno dato il meglio di loro stessi.
Una storia bella e tormentata, quella di Gustav e Alma, secondo me da leggere con calma, ma da leggere!
[Copia ARC digitale ricevuta dall'editore]

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