ALICIA E IL TEOREMA DELL'AMORE INFINITO (M. Uceda)

il
28 settembre 2018
Buongiorno cari lettori, per la prima recensione qui su Pieces of Paper Hearts, vi porto con me alla scoperta del libro "Alicia e il teorema dell'amore infinito", della scrittrice spagnola Mayte Uceda. Il libro mi è piaciuto, poichè molto scorrevole e la lettura simpatica, inoltre ci sono parti di dialoghi davvero esilaranti che fanno ridere ad alta voce. Ma seguitemi attraverso questa recensione per scoprirne di più!

ALICE E IL TEOREMA DELL'AMORE INFINITO
MAYTE UCEDA
Data pubblicazione: 30.08.2018
Editore: Newton Compton Editori
Titolo Originale: Alicia y el teorema de los monos
Serie: standalone
Finale: Autoconclusivo
Genere:Contemporary romance
Trama: Sei tu a scegliere l'amore o è l'amore a scegliere te?
Una storia d'amore che sa di vino, umorismo e bugie
Alicia è una giovane vedova che dedica tutto il suo tempo alla cura dei vigneti di Maiorca, ereditati alla morte del marito. Dopo anni di solitudine decide di tentare la sorte e iscriversi a uno di quei siti di incontri per trovare l’amore attraverso internet. Delusione dopo delusione, Alicia comincia a pensare che il destino non abbia intenzione di concederle una seconda opportunità di essere felice, fin quando Marco entra nella sua vita. Si tratta di un uomo riservato e terribilmente attraente. Viene dalla Corsica e rispecchia il carattere schivo degli abitanti dell’isola al centro del Mediterraneo, cosa che affascina Alicia. Tra i due, infatti, si scatena subito una grande passione, che però non manca di sollevare dubbi nella giovane vedova. Può veramente essere tutto perfetto come sembra? Cosa si nasconde sotto quella splendida facciata?
Il libro ci presenta Alicia, una donna vedova alla soglia dei quarant'anni che è in cerca dell'amore e desidera urgentemente avere dei figli. Il destino le verrà incontro attraverso un affascinante uomo conosciuto in un sito matrimoniale: si tratta di Marco, che tuttavia non è esattamente quello che si dice essere un “principe azzurro”.
Marco è quanto di più distante ci possa essere come protagonista maschile: parla poco o niente, e quando lo fa è di una freddezza disarmante. Così, quando un giorno una donna si presenta a casa di Alicia dichiarando di essere la moglie di un certo Adrien Antonelli, Alicia capisce che sotto c'è qualcosa che non quadra.

Sono molte le cose che mi sono piaciute de "Alicia e il teorema dell'amore infinito", a cominciare da Alicia stessa: è lei, in prima persona, a raccontarci cosa le sta succedendo alla soglia dei suoi quarant'anni quando, dopo anni di vedovanza, si è decisa a mettersi sul serio alla ricerca di un uomo con cui dividere le sue giornate. In realtà, ci spiega, le ricerche sono cominciate da un pezzo, ma non c'è stato verso di trovare un uomo a posto!

Confesso che negli ultimi anni le priorità erano un tantino cambiate. Be', a dire il vero, erano cambiate radicalmente, e adesso mi accontentavo di chi, quantomeno, non mi ispirasse un senso di repulsione.

Alicia è molto auto-ironica e leggere quello che pensa è divertente. Non solo quello che pensa, ma anche quello che pensano i due emisferi del suo cervello: questi infatti parlano incessantemente nel corso del libro, e hanno addirittura ognuno un nome! Si chiamano Dimitri e Natasha. Dimitri è la parte razionale, che cerca di farla ragionale, mentre Natasha è più istintiva. E così, con l'aiuto di questi due “filosofi”, Alicia se la cava, più o meno, attraverso le vicissitudini che le capitano nell'arco.
A presentare Dimitri e Natasha ad Alicia è stata la mitica Nina, una signora russa trasferitasi in Spagna (il racconto è ambientato a Maiorca) e che ora si occupa di un sito d'incontri. Anche se Nina ha un passato disastroso in ambito amoroso, crede nell' "amorre" con due "r" (come pronuncia lei) e fa il suo lavoro con passione: chiama le clienti a casa, le incoraggia a conoscere gli uomini del sito... A volte anche attraverso qualche bonario sotterfugio, come nel caso di Alicia. Nina sembra davvero simpatica, peccato che sia una figura - per ovvie ragioni - secondaria nel racconto.
Se Nina è quasi assente, abbiamo invece la sorella di Alicia, Virginia, a rallegrarci; molto più aperta e disinibita di Alicia, lei di certo non passa il tempo ad ascoltare gli emisferi del suo cervello mentre discutono. Virginia ha deciso di trasferirsi a vivere con Alicia ed è un bene perché la sua energia frizzante aiuta la sorella a non scivolare nell'apatia che l'autrice ci dà l'impressione potrebbe aver avvolto la protagonista da tempo, se fosse rimasta da sola dopo la morte dell'amato Alfredo.
È bella anche la storia d'amore secondaria tra Cati e Alex, due giovani ragazzi legati al vigneto di Alicia da quando sono bambini. A proposito del vigneto, si tratta di un tema centrale nel libro ma non è pesante come temevo (infatti non ero sicura di essere pronta ad apprezzare pagine intere sulla raccolta dell'uva). Il tema è invece trattato con semplicità e ci sentiamo vicini ad Alicia nelle difficoltà che sta affrontando: i vigneti erano di suo marito Alfredo e lei non è un granché in questo settore, tanto che ha già dovuto vendere dodici (su ventisei) ettari di vigneto al suo nemico giurato, l'antipatico e approfittatore Gelabert.
La parte invece più pesante del libro è stata... la storia d'amore tra Alicia e Marco! Non ci avrei mai creduto se me lo avessero detto e invece... proprio l'interazione tra i due protagonisti è pesantissima da leggere, da digerire.... Vi dico solo che non parlano quasi per niente tra di loro! I loro dialoghi sono serrati e freddi, quasi come se fossimo in presenza dei più grandi nemici della galassia che sono stati costretti a fronteggiarsi e devono per forza dirsi due parole.

<<Adesso, però, lo stai facendo>>.
<<D'accordo, lascia perdere>>.
<<Non voglio lasciar perdere>>.
Oppure
<<Puoi rispondere alla mia domanda?>>
<<Tu hai risposto alle mie>>.
<<Forse rispondere alla mia sarà più difficile>>.
<<Prova>>.

Tutti i loro dialoghi sono di questo tipo e viene voglia di sperare che non sia questo il vero protagonista della storia d'amore: a lui, preferiremmo chiunque altro, anche il giovane Alex o perfino l'antipatico Gelabert! Quando sono arrivata all'epilogo, ho capito il perché di questa scelta da parte dell'autrice: in sostanza, lo scopo era quello di far risultare Marco come un uomo enigmatico e di poche parole, controllore... Ma l'unica cosa che il protagonista ci comunica è antipatia pura. Appena lui entra in scena, il libro perde due stelle piene in qualità sulle cinque che probabilmente meriterebbe. Forse consapevole di ciò, l'autrice li fa parlare poco e li butta quasi sempre nudi in un qualche letto; le scene erotiche sono ben descritte e sono di gran lunga migliori degli stentati dialoghi tra i due protagonisti.
Antipatia a parte, Marco sta rendendo la vita di Alicia un continuo miracolo di sorprese: l’Oscuro Signore (ogni tanto il libro cita "Il Signore degli Anelli" quindi lo cito anch'io) sta salvando il vigneto, riparando ai danni economici, ed è per giunta uno stallone che non chiede altro dalla vita se non ingravidare Alicia. Ma proprio quando tutto è incredibilmente bello e Alicia aspetta un bambino, alcune verità cominciano a venire a galla: forse Marco non si chiama neanche Marco, forse non è neanche un uomo celibe ed è ben lungi dall'essere l'uomo generoso e trasparente che vuol sembrare.
Virginia l'aveva avvisata dal fatto che in Corsica, paese natale di Marco, la gente è ambigua e vivrebbe di rese dei conti e vendette. E il giovane Alex, a sua volta, l'aveva resa partecipe della sgradevole sensazione che aveva provato in presenza di Marco. Persino Gelabert, un uomo senza scrupoli che per denaro farebbe qualsiasi cosa, per una volta sembra sincero con lei ammettendo di essere sì un truffatore, ma rispetto a quell’uomo corso, è un agnellino.
Se vi è venuta la curiosità vi consiglio di leggere il libro di Alicia e dei suoi strani teoremi, con i suoi strani capitoli intitolati nei modi più variopinti, come "Sitz! Platz! Hopp!", "Gnam, gnam, gnam" o "Sessosessosesso!". Buona lettura!

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