[REVIEW PARTY] L'AMORE NELLA FILA 27 (E. Shortall)

il
13 giugno 2018
Carissimi lettori, eccoci di nuovo qui, questa volta per il mio primo review party! C’è da dire che il mio debutto coincide anche con quello dell’autrice di questo magnifico libro, di cui, per altro, verrà  prodotta una serie dalla NBC (non si sa quando!). Ma veniamo noi…

L'AMORE NELLA FILA 27
Eithne Shortall
Data pubblicazione: 12.06.2018 Editore: DeA Planeta Libri Titolo Originale: Love in Row 27 Serie: Standalone Genere: Contemporary romance
Trama: Chi non hai mai fantasticato, almeno una volta, di trovare l'amore ad alta quota? Di prendere posto, allacciare le cinture, e alzare lo sguardo per scoprire che sul sedile accanto siede la sua anima gemella? Cora Hendricks è così: un'inguaribile romantica. Convinta che un cuore in transito sia naturalmente più esposto alle frecce di Cupido, e che, complice il sorriso di una hostess e il magico potere del destino, anche un caffè brodoso possa trasformarsi nel migliore afrodisiaco. A quasi trent'anni, Cora abita a Londra e lavora come impiegata per una piccola compagnia aerea. Dopo l'ultima, devastante delusione amorosa - un berlinese di nome Friedrich - si impegna a favorire incontri romantici tra i passeggeri che, ignari, si presentano al banco del check-in, affidandosi solo a internet e alla propria intuizione per fare in modo che i candidati più compatibili si ritrovino a sedere vicini. Dove? Nella fila 27, naturalmente: il minuscolo laboratorio amoroso nel quale Cora, con la complicità di una collega, insegue con ostinazione la formula della felicità altrui. È un campionario umano vasto e variegato quello che passa dai sedili della fila 27: per una scintilla che scocca e una relazione che prende quota, un'altra precipita senza paracadute. Ma anche il Cupido più incallito prima o poi abbassa la guardia, e non è detto che per Cora non si avvicini il momento di riporre il tavolinetto, raddrizzare lo schienale e affrontare il viaggio più romantico (e turbolento) di sempre: l'unico che non contempla misure di sicurezza.
Dunque… ammetto che la trama ha giocato un ruolo fondamentale nella scelta di questo libro. Mi è sembrato terribilmente fresco, nuovo e, ovviamente, romantico! Insomma, un po’ perché ho sempre amato gli aeroporti, che considero luoghi di passaggio in cui è possibile incontrare gente proveniente da tutto il mondo, un po’ perché volevo capire come l’autrice avesse trattato il tema di questi “amori ad alta quota”. Credo che la Shortall ci sappia davvero fare e che il suo stile di scrittura semplice e pulito risulti persino accattivante. Una lettura in linea con la stagione estiva, fatta di arrivi e partenze, capace di risucchiare il lettore nella piccola realtà dei personaggi di questo libro. Ebbene… senza spoilerare troppo, voglio addentrarmi nella storia di Cora Hendricks, la protagonista. Cora è un personaggio singolare, direi quasi ossessionata dalla felicità altrui, a cui non importa un fico secco incontrare l’amore della propria vita, ma ostinata a cercarlo per gli altri. E, infatti, ha ideato un giochino da quando, a causa di disguido tecnico della compagnia aerea per cui lavora, non è più possibile fare il check-in online: i passeggeri devono recarsi di persona dalle operatrici del check-in, alla vecchia maniera. Ed è così che Cora, aiutata dai suoi amici e colleghi, Nancy e George, inizia a fare sedere ipotetiche coppie nella fila 27.
A Cora piaceva pensare che il suo ruolo di Cupido dei cieli fosse la sintesi delle sue qualità migliori: immaginazione, romanticismo, un vivo interesse per le persone.
Tuttavia, scopriamo che le relazioni non fanno per lei – come dimostra in seguito l’uscita disastrosa con il suo collega, Charlie – e quasi subito veniamo a sapere della sua ultima cocente delusione amorosa con un tedesco di cui si era perdutamente innamorata. La fine di questa storia d’amore, però decreta anche la perdita di vista dei suoi obiettivi, ed è per questo che Cora decide di tornare a Londra e prendere il lavoro della madre, hostess anche lei prima di ammalarsi di Alzheimer.
Se pensate che si tratti di una storia Cora-centrica, vi informo che non è assolutamente così. E qui arriviamo al punto di forza di questo romanzo. Avete presente La finestra sul cortile di Hitchcock? Lo ritengo uno dei migliori film nella storia del cinema per un motivo: quello che si vede dalla finestra di casa di Jeff, il protagonista. Jeff è lo spettatore delle storie dei suoi vicini, così come Cora è indirettamente spettatrice delle storie dei passeggeri dei suoi voli. I capitoli, scritti in terza persona, si alternano tra la vita di Cora e quella dei passeggeri della fila 27: ed è così che entriamo nelle vite di altre persone, e diventiamo noi stessi gli spettatori di quella finestra sul cortile – non a caso, comunque, a Cora piace osservare la vita altrui e tirare a indovinare quello che fanno le altre persone. Comunque, non tutte le storie della fila 27 vanno a buon fine, ed è questo quello che mi ha fatto apprezzare il libro di più: il fatto che non volesse trovare a tutti i costi un finale romantico per tutti, perché, di fatto, nella vita si incontrano moltissime persone e ci vuole un po’ per trovare l’anima gemella.
Ad ogni modo, alcuni di questi passeggeri sono i cosiddetti frequent flyer, ovvero coloro che prendono l’aereo con una certa frequenza. È il caso di Ingrid - una simpatica svedese a conoscenza del gioco di Cora, e a cui non dispiace affatto partecipare all’esperimento – e di Aiden O’Connor – un giovane medico che tutte le settimane si reca a Dublino.
Cora ed Aiden si conoscono senza in realtà conoscersi affatto. Cora cerca sempre di fare domande per scoprire quale potrebbe essere la compagna adatta a lui, domande a cui lui risponde in maniera un po’ scorbutica, e che li porta a battibeccare in modo poco amichevole, oltre a non portare a nessun risultato dal punto di vista amoroso di Aiden, che non sembra interessato a nessuna. Questi battibecchi, però, pian piano si trasformano in dialoghi più profondi, che porteranno entrambi a conoscersi sempre di più.
«E lei non ne ha?»
«Che cosa? Fratelli?»
«No, quello lo so: una sorella e un fratello. Intendevo difetti: lei non ne ha?» Cora rise.
«Da dove inizio? Ostinata, come avrà notato. Ficcanaso, un’altra cosa che ha avuto modo di scoprire; priva di obiettivi, sognatrice…»
«Questo non è un difetto.»
E scopriremo anche cosa porta Aiden a viaggiare tutti i fine settimana perché, si sa, l’apparenza inganna, e una facciata fredda a volte nasconde una profonda cicatrice.
L’autrice scrive dei bei dialoghi, volti a stuzzicare la curiosità del lettore, ma ci introduce nelle vite dei protagonisti lentamente, con piccoli assaggi e mai frettolosamente. Credo che la Shortall avrebbe potuto concentrarsi un po’ di più su Cora e la sua vita amorosa, piuttosto che a quella di tutti i passeggeri secondari, perché ad un certo punto, diventa inevitabile voler sapere come andrà finire tra lei e l’uomo per cui scopre di provare interesse. Alla fine, però, tutti gli intrecci si risolvono e anche Cora scoprirà che è possibile guarire un cuore infranto e innamorarsi di nuovo. Non nascondo che non vedo l’ora di leggere il prossimo libro di quest’autrice, perché il suo stile non mi dispiace affatto e ho trovato la sua storia una piacevole novità.
Sicuramente è un libro che consiglio a tutti quelli che amano le partenze, i viaggi, quelli del cuore, e gli incontri in aeroporto ma, soprattutto, a chi crede in valori come l’amore e l’amicizia: fidatevi, non ne resterete delusi.
Alla prossima!!!
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