[REVIEW PARTY] NON L'AVEVO CONSIDERATO (FRANCESCA D'ISIDORO)

il
21 marzo 2018

Buon primo giorno di primavera! Inauguriamo la (si spera!) bella stagione 2018 con una nuova tappa del review tour per il romanzo di Francesca D’Isidoro “Non l’avevo considerato”, uscito l’8 marzo.
In queste pagine incontreremo un professionista affermato e una giovane e grintosa avvocata, ma piuttosto delusa dalla vita.

NON L'AVEVO CONSIDERATO
FRANCESCA D'ISIDORO
Data pubblicazione: 08/03/2018 Editore: Self Publishing Serie: Standalone Genere: Contemporary romance
Trama: Da quando, due anni prima, il fidanzato storico l’ha lasciata per la sua attempata commercialista, Diletta vive nella convinzione che la sua vita sia finita. Praticamente, non riesce a trovare più stimoli in nulla. Ed è, infatti, senza entusiasmo alcuno, che, quella sera, si lascia trascinare dalla sua migliore amica nel solito locale… Francesco è fuggito dalla sua scintillante vita parigina rifugiandosi nella città di provincia che gli ha dato i natali, pur di lasciarsi alle spalle una storia che l’ha distrutto. E, quella sera, ha solo intenzione di divertirsi un po’… Il destino, però, si sa, alle volte sa essere molto beffardo ed ha in serbo per Diletta e Francesco qualcosa che non avrebbero assolutamente mai considerato…
A vivere di nuovo a casa dei miei, nella cameretta di quando era bambina, irrimediabilmente single e compatita da tutti.
Il libro è ambientato in una città non meglio identificata dell'Italia centrale. Diletta, a seguito di una cocente delusione d'amore, nonostante abbia superato i trenta, torna a casa dei genitori.
È una giovane avvocata, carina e intelligente, frequenta ancora, di nascosto, il suo ex (da cui non è mai riuscita a separarsi in modo netto); vicino a lei una grande amica, Eleonora, e una giovane praticante, Daniela, notevolmente “fuori di testa”. Appartiene alla più tradizionale famiglia italiana, un fratello gemello e dei genitori che stravedono per i figli.
Le conosco abbastanza bene entrambe, so che non posso fare nulla per arginare la loro curiosità morbosa.
Nel più classico dei cliché incontra in un bar, mentre è preda degli effetti dell’alcool, Francesco; con lui trascorre una parentesi di passione, ma quella che sarebbe dovuta essere una semplice avventura, si è trasformata inaspettatamente in qualcosa di molto più significativo per entrambi.
E come se non bastasse ci fu il pensiero costante di Francesco a tormentarmi.
Francesco, professionista ultraquarantenne, ritorna in città dopo molti anni trascorsi a Parigi, dove ha lasciato un lavoro particolarmente remunerativo, l’ex moglie (inviperita) e una figlia, Leonie, che adora. È un uomo dal fascino indiscusso: tenebroso e pieno di scheletri nell'armadio.
Avrei dovuto distogliere lo sguardo. Non permettere ai nostri occhi di incontrarsi.
Francesco e Diletta appartengono a due mondi diversi: lei di origini semplici con una madre che adora i propri figli e la domenica cucina per tutti e preoccupandosi costantemente di tutto. Lui, invece, è figlio d’imprenditori facoltosi e noti in città, cresciuto dalle tate e con un rapporto abbastanza burrascoso con la madre.
Fui incapace di parlare, afflitto da un orribile sensazione di oppressione che si impadronì del mio cuore. Avevo paura. Avevo una paura fottuta.
Sicuramente non potrebbero essere più lontani di così, ma nonostante tutto, si trovano e si rendono conto di non poter fare a meno l'uno dell'altra. Francesco però è molto impaurito: cos’ha lasciato a Parigi, oltre alla tanto amata Leonie?

Mai, in quel momento, mi fu chiaro. Io ero innamorato di Diletta.
Il romanzo si dipana tra qualche colpo di scena e rivelazioni inaspettate, soprattutto per quanto riguarda Francesco. Sorprende per la durezza ed è chiaro che deve chiudere definitivamente con il passato per andare avanti.
È una bella storia, anche se avrei apprezzato qualche accorgimento in più: ad esempio che l'ex moglie uscisse di scena in modo differente o la resa più realistica di un passato difficile che pare però dissolversi magicamente, come una bolla di sapone, un po’ troppo facilmente, senza un reale percorso di guarigione e accettazione. Probabilmente l'autrice intendeva far capire che Francesco decide di chiudere le brutte porte del passato, per aprirne, finalmente, un'altra sicuramente più sana. La stessa Diletta, sicuramente per bontà di carattere, perdona quasi senza battere ciglio, nonostante sia stata profondamente ferita e lui non l'abbia cercata per mesi.
La bellezza del romanzo però credo stia proprio anche in questo, in altre parole la possibilità che tutto possa capitare, permettendoci in questo modo di sognare un po'. Grazie all'autrice per averci raccontato la storia di due persone un po' mature, incoraggiandoci a credere nelle opportunità e nella redenzione, la resilienza, che solo l'amore ci permette di vivere.
Mi salta al collo abbandonandosi ad un fiume di lacrime.

 
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