L'isola delle farfalle (Corina Bomann)

il
5 novembre 2017
Buongiorno lettori e buona domenica! Nelle scorse settimane mi è capitato tra le mani questo libro edito da Giunti Editori e pubblicato ormai qualche anno fa. Die Schmetterlingsinsel (questo il titolo originale) è stato scritto da una scrittrice tedesca, che ammetto, non avevo mai letto pur essendo rinomata nel panorama internazionale. Detto ciò, questo libro mi ha affascinato moltissimo, tenendomi incollata alle pagine fino alla fine. Tant’è stato l’entusiasmo con questa lettura che ho deciso di acquistare subito un altro romanzo dell’autrice tedesca, andando ad allungare ancora un po’ la mia già infinita lista di “prossime letture”. Continuate a leggere per saperne qualcosa in più de “L’isola delle farfalle”.

L'ISOLA DELLE FARFALLE
Corina Bomann

Data pubblicazione: 13/11/2012
Editore: Giunti Editore
Titolo Originale: Die Schmetterlingsinsel
Serie: Standalone
Finale: Autoconclusivo
Genere: Romance storico e contemporaneo
Trama: È un triste risveglio per la giovane avvocatessa berlinese Diana Wagenbach. Solo la sera precedente infatti ha scoperto che suo marito l’ha di nuovo tradita e, come se non bastasse, una telefonata dall’Inghilterra la informa che la cara zia Emmely ha le ore contate e che vorrebbe vederla un'ultima volta. Non le resta che fare i bagagli e prendere il primo volo verso l’antica dimora di Tremayne House, dove i suoi avi hanno vissuto per generazioni. Diana non può sapere che cosa l’attende, non sa che in punto di morte zia Emmely le sta per consegnare un terribile segreto di famiglia, custodito gelosamente per anni. Come in un rebus, con pochi, enigmatici indizi a disposizione – una foto ingiallita che ritrae una bellissima donna di fronte a una casa tra le palme, una foglia incisa in caratteri misteriosi, una bustina di tè, una vecchia guida turistica –, a Diana è affidato il difficile compito di portare alla luce che cosa accadde tanti anni prima, nel lontano Oriente, a Ceylon, l’incantevole isola del tè e delle farfalle. Qualcosa che inciderà profondamente anche sul suo destino…
Appassionante, pieno di emozioni, travolgente, "L’ isola delle farfalle" racconta la storia che ognuno di noi sogna un giorno di vivere
Diana è una giovane avvocata berlinese, in crisi con il marito che improvvisamente è chiamata, dall’Inghilterra, al capezzale, dell'ultima zia rimasta in vita della sua poco numerosa famiglia. Si ritrova così, in un villaggio immerso nella campagna inglese, nell’antica dimora signorile appartenuta ai suoi avi: l’ultimo segno di una ricchezza ormai in decadimento. La giovane, nonostante la situazione per cui si è recata lì, si lascia cullare dai molti ricordi di lei bambina che si diverte a giocare nell'immenso parco della villa; il tempo sembra essersi fermato, tra quelle mura, dove il passato non sembra così lontano e nemmeno così oscuro. La zia Emmely prima di andarsene svela un segreto alla nipote. Un segreto custodito per anni e anni e che le cambierà la vita… per sempre. Con l'aiuto del maggiordomo, come nella migliore tradizione inglese, la zia Emmely lascia a Diana molti indizi, per comprendere il segreto che riguarda la loro famiglia. Un rebus che la porterà fino a Ceylon e nel suo passato famigliare.
"Le cose sono cambiate da quando sei partita. Mi manchi così tanto! E credo valga lo stesso per papà, anche se non lo ammetterebbe mai. Si eclissa per ore nel suo studio, e non c'è per nessuno. La mamma teme che finisca con l'isolarsi dal mondo"
Lei è l'ultima erede di un matriarcato fatto di donne forti, coraggiose e capaci di scelte veramente fuori dagli schemi. Un pesante silenzio è sceso su alcune vicende capitate alla bis bisnonna Grace e a sua sorella Victoria. Diana leggendo i vari indizi parte per un lungo viaggio, anche interiore, che la porterà in Sri Lanka, dove si farà aiutare e accompagnare da una guida che si rivelerà davvero unica, per unire i pezzi di un puzzle cui sembra sempre mancare qualcosa.
A un tratto quel posto apparve diverso: le gocce d'acqua piovana scintillavano sui rovi di mere e sull'erba, il canto degli uccelli, fra cui spiccava il verso del cuculo, si fece più acuto, annunciando l'arrivo dell'estate.
Il romanzo è quasi interamente ambientato nell’antica Ceylon, in una piantagione di thè, dove un nobiluomo inglese si reca con la moglie e le due figlie, Grace e Victoria che rimpiangono balli e spasimanti in pieno stile vittoriano. I rimpianti, però, sono soppiantati ben presto dal fascino della natura e, nel caso di Grace, da un indigeno, Vikrama, di cui ben presto s’innamora.
"Ci scotteremo terribilmente, se restiamo ancora sotto il sole. Miss Grace, si abbassi un po’ più il cappello sul viso. Anche lei Miss Victoria. Le fanciulle ubbidirono, ma Victoria approfittò di un attimo distrazione della governante, che si era voltata verso un bambino che le stava porgendo una figura intarsiata, per farle una boccaccia"
Diana ricostruisce i pezzi, scoprendo una verità che fa male, fatta di decisioni irrevocabili e scelte frutto della mentalità del tempo, a salvaguardia delle apparenze, piuttosto che dell'amore e dell'affetto. Una decisione quella dei suoi avi che porterà le generazioni successive a subirne le conseguenze.
Diana guardò assorta i sottile filo bianco intorno al polso che si era tenuta come portafortuna dal matrimonio tamil a cui avevano assistito. Nonostante tutti i lavaggi  cui era stato sottoposto, era ancora lì che aderiva perfettamente alla sua pelle
Il romanzo ha una trama davvero ricchissima di personaggi molto ben costruiti, con personalità ricche di sfaccettature e decisive nelle scelte dei protagonisti. Un libro ambientato tra passato e presente, dove l’ambientazione ottocentesca si alterna a continui riferimenti alla protagonista della storia e a eventi contemporanei.
La storia è poi arricchita di bellissime descrizioni paesaggistiche: luoghi incontaminati, ricchi di storia e fascino. L'ambientazione storica è altrettanto ben trattata, con dettagli assolutamente non lasciati al caso, frutto di un approfondimento antecedente alla narrazione.
Unico fattore che mi ha lasciato perplessa, ma forse fa parte del fascino stesso del romanzo, il fatto che la protagonista sembra ripercorrere gli stessi identici sentieri dei suoi avi, rimasti immutati nel tempo e nello spazio, come se tutto si fosse fermato in una cert’epoca e la protagonista abbia compiuto una sorta di viaggio nel tempo.
La capanna del vecchio era molto ordinata, e altrettanto povera, se vista con occhi occidentali. C'era un letto modesto, un piccolo tavolo con le gambe storte, due sedie non certo in perfetto stato e un comò in cui probabilmente l'uomo custodiva tutti i suoi averi, ovvero qualche indumento e dei ricordi.
Un romanzo affascinante, sostanzialmente bellissimo e mai banale, che mi ha tenuto con il fiato sospeso fino all'epilogo che permette di unire, finalmente, le fila un tempo interrotte.
L’isola delle farfalle è un viaggio senza tempo, dove il coraggio e l'intraprendenza sembrano scorrere nelle vene di un matriarcato pronto alla battaglia.

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