I come intervista: Eveline Durand, una scrittrice TROPPO....! ^_^

il
15 ottobre 2017
Buongiorno lettori, quest'oggi vi proponiamo la chiacchierata che qualche giorno fa abbiamo fatto con Eveline Durand (autrice della serie Too Much, edita da Edizioni Delrai, in corso di pubblicazione). Speriamo possa farvi sorridere e possa rallegrare la vostra giornata. 




Ciao Eveline, grazie per essere nostra ospite su Speaking About Romance!!! Sei pronta per il nostro terzo grado?
Ho con me il barattolo della Nutella, quindi direi di sì.
Non tutti ti conoscono e tu sei riservatissima, quindi che ne dici di sciogliere il ghiaccio presentandoti ai lettori?
Ciao! Sono Eve, ma solo quando scrivo, quando apro quella finestrina interiore e mi lascio andare davanti alla tastiera. Il bisogno di farmi scudo con un nome d’arte nasce dalla mia goffaggine innata, come cura per la timidezza. Non c’è niente d’interessante dietro (altrimenti ci avrei già scritto qualcosa!).
Com’è nata e quando è nata questa passione per la scrittura? E quando hai capito che sarebbe diventato un lavoro?
Più che passione, per me è una necessità. Sono appassionata anche di cinema, di manga e cosplay, ma posso farne a meno; diversamente mi capita con la scrittura. La patologia è insorta in terza elementare e si è aggravata con la crescita. Un lavoro? Lo sta diventando grazie a Malia e alla Delrai Edizioni, infatti uso lei come scusa, in casa, per scrivere finalmente in santa pace.

Chi sei fuori dal mondo dei libri?
Come tutti, sono un insieme di tante cose: moglie, mamma, amica e sorella iperattiva. Ho sempre un sacco d’idee che metto in cantiere, coinvolgendo (travolgendo) chi mi sta intorno.
A inizio settembre è uscito “Una scrittrice troppo bugiarda” e pochi giorni fa anche “Troppo giovane per me”. Come sono nate queste due storie?
Mi piace mettermi alla prova e così mi lancio le sfide da sola.
- "Cosa ti manca, cos’è che non hai ancora scritto?" Mi sono detta. Una storia d’amore capace di far sorridere. Breve, se possibile, e che abbia il sapore della commedia.
- "E su cosa sei più “ingessata” quando scrivi?" Sicuramente nelle scene hot, che non sono mai state il mio pane quotidiano. Come lettrice mi piacevano le emozioni forti, come scrittrice mi vergognavo a morte.
- "Ok, e il registro narrativo?" Perché non provi a scrivere al presente, in prima persona come va ultimamente? Va bene, non l’ho mai fatto, ma voglio imparare qualcosa di nuovo!
Ed è così che nella mia mente è spuntata Patricia, un’aspirante scrittrice, proprio come me e poi Grace, che fa la wedding planner, il lavoro dei sogni (tutta colpa di Jennifer Lopez e Matthew McConaughey).

Lo scorso anno, prima della firma con Delrai Edizioni, ho scoperto tramite Goodreads che avevi pubblicato gli stessi romanzi in versione self. Quanto differiscono quelle edizioni dalle attuali?
Sicuramente la veste: le copertine! Purtroppo, per il mio “saltello” letterario nei self, avevo deciso di investire poco (niente), tanto per farmi degli amici e imparare a usare le piattaforme (e si vedeva, infatti la grafica sta a me, come un monaco tibetano sta a Las Vegas). Per fortuna adesso c’è Pamela – Catinp Design, che è una fuoriclasse e ha fatto un bellissimo lavoro con le cover. Malia mi ha adottata, ha fatto l’editing e l’impaginazione come si deve, ha ripulito il lavoro e lo ha reso un libro vero e proprio.

Hai autrici italiane e straniere a cui ti ispiri o che ti hanno ispirata in passato?
Domanda difficile, perché rischierei di fare un elenco molto lungo. L’ispirazione per i romanzi non puramente rosa l’ho avuta dai classici: Lovecraft per il brivido, Ken Follett per gli intrecci magistrali, Doyle, Baker… Parlando di contemporanei, amo lo stile di Jean-Jacques Rousseau. Devo anche aggiungere che ho imparato molto leggendo una flotta di autrici self; c’è un potenziale che rischia tuttora di perdersi nella marea di romanzi in circolazione.
Prima di Natale arriverà il terzo libro della Too much series e poi? Ci puoi svelare qualcosa sui tuoi progetti futuri? Ci sono già altre trame pronte per essere sviluppate o pronte per essere lette?
Nel fantomatico cassetto, che oggi ormai è stato surclassato dalla cartella sul desktop, ho ancora molte cartucce, tanto che Malia avrà un sacco di materiale da visionare (poverina). A Natale conosceremo Renè, un inviato speciale senza peli sulla lingua che non è pronto a impegnarsi sul serio. Per san Valentino, se possibile, vorrei dare alla luce il quarto della serie Too Much, e poi chi sa! Potrei anche spiazzarvi con un genere completamente differente. Le etichette sono troppo limitative, mi piacerebbe far conoscere anche le mie altre tinte.
Chi tra i tuoi personaggi ti somiglia maggiormente? E in cosa?
Credo Patricia, perché è un sorcio da biblioteca, come me. Ci ho messo tanto di mio: il desiderio che mi leggesse qualcuno e la totale incapacità di espormi in modo diretto. La timidezza, che in realtà nasconde un caratterino per niente facile. E una cosa più di tutte: Pat e io siamo due romanticone.
Samuel, Dominic, Renè, chi dei 3 ragazzi/book boyfriend è quello a cui sei più legata e rispecchia il tuo uomo ideale?
Per adesso Dominic (ma Samuel è stato per molto sul podio). Nick ha un carattere per niente docile, è ambizioso eppure non ama i favoritismi. Un uomo giovane che però è tutto d’un pezzo. Però devo dire che in questi giorni, caratterizzando Renè, l’ago della bilancia sta pendendo a suo favore. L’ultimo dei miei “ragazzacci” è spietato e sarcastico: una vera canaglia.
Cos’ha ispirato la serie Too Much?
L’idea del “troppo”, visto come un limite che s’impongono i personaggi. Il titolo evidenzia un difetto, un ostacolo, qualcosa che poi riescono a superare, perché l’amore vince sempre. No?
Quale emozione vorresti arrivasse a chi legge i tuoi libri?
Nutro un’insana fiducia nei confronti del signor “lieto fine”. Chi mi legge, credo sia dipendente da lui, proprio come me. E poi sono ingorda, vorrei far provare più di un’emozione alla volta: interesse, tensione sessuale, rabbia, divertimento…
Chi è la prima persona a cui fai leggere le tue storie?
La prima è mia sorella: Isabel. Ho scritto romanzi interi solo per lei, per mettere a tacere un suo capriccio. Abbiamo dieci anni di differenza e condividiamo tutto, anche se lei è davvero poco obiettiva quando deve fare una critica ai miei libri.
Il libro che ti ha cambiato la vita è stato...
La casa degli spiriti di Isabel Allende
Il complimento che ti hanno fatto e che ti ha reso orgogliosa come autrice?
Quando una certa persona (e non è mia sorella) mi ha detto chiaramente, senza troppi giri di parole, che leggendo le mie pagine sognava ad occhi aperti. Che l’effetto finale era un largo sorriso e una sensazione di pace. Riuscire a far sbocciare questi sentimenti mi fa davvero sentire orgogliosa. E un po’ magica.

Con quest'ultima domanda, chiudiamo la chiacchierata con Eveline e la ringraziamo per la sua disponibilità e simpatia! Continuate a seguirci e a supportare Eveline!
Alla prossima!

Il Team di S.a.R.
Scrivi il primo commento!
Posta un commento